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Come nasce Orchestra Olimpia: intervista a Roberta Pandolfi e Francesca Perrotta

Due donne talentuose, due musiciste che vogliono abbattere gli stereotipi di genere e decidono di unire tante altre donne talentuose in un’unica grande orchestra.

Nasce così Orchestra Olimpia, con Roberta Pandolfi nel ruolo di Direttrice Artistica e Francesca Perrotta in quello di Direttrice Musicale. Un vero unicum nel panorama italiano (e non solo). Un esempio di forza e bellezza, come ci raccontano le due fondatrici in questa intervista. Ma anche un esempio di come il genio italiano si declini oggi, battendosi con determinazione per una società sempre più equa, anche a partire dalla musica.

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Come nasce l’idea di fondare un’orchestra costituita interamente da donne? E perché avete scelto il nome “Olimpia”?

Francesca Perrotta: "L’idea è nata durante una chiacchierata al telefono tra me e Roberta Pandolfi. Io e Roberta ci conoscevamo da prima che nascesse l'orchestra, ci siamo incontrate nel corso degli studi pianistici e siamo sempre rimaste in contatto seppur abitando in città diverse. Poi io ho intrapreso gli studi di direzione e nel mentre mi sono trasferita a Pesaro. Una volta vicine ci siamo messe a ragionare su un progetto da creare insieme. In quella telefonata progettavamo un concerto di beneficenza, raccolta fondi devoluti ad un reparto di Medicina dell'ospedale S. Orsola di Bologna. Io a dirigere e Roberta solista al pianoforte, ma quale orchestra? Pesaro è una città ricca di orchestre, bisognava immaginare qualcosa di diverso e nel quale riconoscerci, dunque ecco arrivare l'idea: Roberta ha detto “perché non essere tutte donne?”. Abbiamo pensato di introdurre una voce narrante, un'attrice presentatrice che introducesse ogni brano proposto anche per i non addetti ai lavori, e poi abbiamo coinvolto anche una cantante. Doveva essere un tributo alle donne, e così abbiamo debuttato il giorno della Festa della Donna.

Il nome l'ho suggerito io, Olimpia era mia nonna e l'avevo persa da poco tempo. Immaginando di dare vita ad una compagine femminile volevo trovare un'ispirazione, e in quel nome è racchiuso l'esempio di una donna infaticabile, lavoratrice della terra, umile e dotata di un'ugola d'oro. Un esempio di forza e bellezza."

Francesca Perrotta

Avete debuttato l’8 marzo del 2019 al Teatro Rossini di Pesaro, poi la Pandemia, e il 20 gennaio 2024 l’Orchestra Olimpia si è esibita all’inaugurazione di Pesaro 2024 Capitale italiana della Cultura, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Una grande occasione… raccontateci come è stato il percorso che vi ha portate fin qui. 

Roberta Pandolfi: "È stato un percorso non facile, segnato pesantemente dalla pandemia. Nel 2019 ci siamo esibite solamente 2 volte per poi tornare tutte insieme solo nel 2022. Questa grande parentesi ci ha però costrette ad indagare il senso di ciò che stava nascendo. Per esercitare una direzione artistica ho dovuto immaginare di creare dei contenuti che potessero essere di interesse nel mondo del web. È stata l’occasione per sondare più a fondo la questione della rappresentatività femminile nel mondo della classica, del repertorio femminile, dei diritti.

Roberta Pandolfi_credit Tommaso Tuzj

Questi due anni, costituiti di fatto da alcuni appuntamenti online e cose dal vivo con piccoli ensemble, hanno lasciato spazio alla progettazione di cose di grande significato, come (citandone uno su tutti) l’incontro con la Afghan Youth Orchestra nel gennaio 2024, una serata storica dove Olimpia si è unita all’orchestra giovanile dell’Afghanistan rifugiata ora in Portogallo.

Il 20 gennaio (ma anche il 9 con l’incontro con gli afghani) è stato il momento dove abbiamo iniziato davvero a raccogliere i frutti di tutti i semi piantati in mezzo al deserto della pandemia. Il rapporto lavorativo tra me e Francesca negli anni si è consolidato ed ha avuto il tempo di maturare al punto che entrambe ci aiutiamo a vicenda a mantenere la rotta."

Ad aprile di quest’anno Orchestra Olimpia ha duettato con BigMama, in diretta su Rai Radio2 per la serataNo Women, No music”, in collaborazione con la Fondazione Una Nessuna e Centomila. Quindi il vostro focus non è solo sulla musica classica? 

Roberta Pandolfi: “Il nostro focus resta principalmente quello della musica classica, ma per nostra stessa vocazione, ovvero la promozione del repertorio femminile, la musica contemporanea sta prendendo sempre più spazio nelle nostre programmazioni. Da questo punto di vista e nell’ottica di rinnovare il pubblico dei teatri e la percezione del musicista classico (come mestiere), vediamo di buon grado anche le commistioni fra generi completamente diversi. L’esperienza con Big Mama è stata per noi molto importante, una vera ventata d’aria fresca che ci ha permesso di conoscere una artista e una donna straordinaria e di poter portare insieme a lei con molta più forza il nostro messaggio ad un pubblico sempre più ampio. Grazie a Una Nessuna e Centomila abbiamo anche conosciuto Vinicio Marchioni, un attore preparato e impegnato, uno di quegli uomini che vogliamo avere al nostro fianco.”

Tra le varie iniziative che state portando avanti c’è il podcast “DiClassica", 8 puntate dedicate a compositrici e musiciste della musica classica e contemporanea. Parlatacene un po’, qual è l’obiettivo di questo Podcast?

Francesca Perrotta: "Il podcast si inserisce nella nostra azione di divulgazione del repertorio scritto dalle donne e poco noto. È stato un progetto che ha richiesto l'investimento di molto tempo soprattutto per la parte relativa alla ricerca. L'idea originaria è stata di Margherita Macrì, copywriter di professione, che conosco da una vita e con la quale spesso immaginiamo di dare vita a dei lavori che mettano insieme le nostre due professioni, letteraria e musicale. Questa è stata la genesi di DiClassica, nome scelto per un podcast che racconta di personalità sorprendenti di donne in passato troppo spesso invisibili agli occhi della società e che qui si cerca di riportare protagoniste in scena.

Una storia della musica senza donne d'altronde sarebbe una storia incompleta. DiClassica intende colmare un gender gap offrendo allo stesso tempo l'opportunità di portare la musica ad un pubblico sempre più vasto e trasversale. Margherita Macrì ha scritto i testi, Valentina Lo Surdo è la voce narrante, e la musica proposta è stata registrata da Orchestra Olimpia, declinata in varie formazioni.

Julia Wolfe, Dora Pejacevic, Amy Beach, Metaura Torricelli, Chen Yi, Sophie Menter, Sofia Gubaidulina, Sylvia Caduff sono le 8 protagoniste delle puntate. L'ultima puntata offre anche la viva voce di una di loro, che è ancora in vita ed ho avuto la fortuna di intervistarla. Il podcast è disponibile su Spotify, Amazon Music, Apple podcast fino al 31 dicembre 2024. Attenzione a digitare il nome tutto unito!"

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Un anno speciale per voi questo 2024. Come è stata la risposta del pubblico? E qual è stata la soddisfazione più grande finora?

Francesca Perrotta: "Stiamo ricevendo molto sostegno e apprezzamento da parte non solo del pubblico. Siamo consapevoli che un progetto come il nostro sia esposto a critiche e attaccabile per molti aspetti, cerchiamo però sempre coi nostri progetti musicali di creare una relazione con il pubblico che connetta le nostre intenzioni con i bisogni dello spettatore. Certamente la soddisfazione più grande è stata la chiamata diretta del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, emozione difficilmente traducibile in parole. Scegliere noi per chiudere i festeggiamenti per la Festa della Donna all'interno del Palazzo del Quirinale è una soddisfazione ed un orgoglio che difficilmente scorderemo."

Roberta Pandolfi e Francesca Perrotta

Per il futuro, quali sono i progetti e le iniziative su cui state lavorando?… Insomma, raccontateci, dove volete arrivare? Qual è il vostro sogno per Orchestra Olimpia?

Roberta Pandolfi: "Stiamo progettando un 2025 variegato, da una commissione a una importantissima compositrice a livello mondiale, un ampio ed articolato progetto dedicato alla musica della Shoah, alcune residenze artistiche di spessore, molta musica da camera e altro ancora, ma che è prematuro svelare.

Il nostro sogno per Olimpia è che un giorno non serviremo più a nulla e saremo solo ricordate come un gruppo di donne che hanno voluto fare la loro piccola parte verso l’abbattimento degli stereotipi di genere, per una società più giusta ed equa. 

Nel frattempo, c’è ancora molto lavoro da fare, quindi possiamo dire: lunga (ma speriamo breve) vita a Orchestra Olimpia!"