Nato (quasi) per caso, questo collettivo di volontari è diventato un punto di riferimento per eventi ad alto tasso di godimento per le papille gustative totalmente a scopo benefico, destinando il 100% dei fondi raccolti direttamente a enti benefici.
Abbiamo avuto l’opportunità di incontrare i fondatori di Cuochi Ma Buoni, un gruppo affiatato di appassionati di cucina ottolenghiana, nato a Milano, che promuove la solidarietà in maniera accessibile e inclusiva, con appuntamenti imperdibili che coniugano buon cibo, convivialità e beneficenza.
Chi sono i Cuochi Ma Buoni e come nasce questo progetto?
“Cuochi Ma Buoni è nato quasi per caso, dall’incontro di appassionati di cucina che volevano fare qualcosa di concreto per gli altri. All’inizio eravamo solo un gruppo su Telegram, creato dalla food writer Sara Porro e la cuoca Myriam Sabolla a inizio 2022, per condividere ricette ispirate alla cucina di Yotam Ottolenghi. Questo gruppo, Ottolenghi Mutual Aid, ha rapidamente superato i 2500 iscritti e da lì è nata l’idea: perché non trasformare questa passione in un modo per aiutare chi ne ha più bisogno? Il nome "Cuochi Ma Buoni" fu proposto da Martina Liverani - autrice e giornalista enogastronomica (ndr) - e ha ricevuto una standing ovation in un sondaggio sui social. Tutto è iniziato lo stesso marzo 2022, in piena emergenza per la guerra in Ucraina, quando la deputata PD Lia Quartapelle ha contattato Sara proponendo di organizzare una cena di raccolta fondi. Da lì a poche settimane, il 20 marzo 2022, si tenne la prima cena sold-out a favore di Refugees Welcome. Da quel momento, il progetto non si è più fermato, passando per altri eventi benefici di grande partecipazione.
Da chi è composto il gruppo di Cuochi Ma Buoni?
“Il gruppo di Cuochi Ma Buoni è composto da un team eterogeneo che unisce diverse generazioni e professionalità. Tra i membri fondatori ci sono Sara Porro, Luna Ferrari e Myriam Sabolla, affiancate da una decina di persone, tra cui Ludovico Spada, nato nel 1995 è il più giovane del team e quota azzurra del direttivo, e Patrizia Verrazzani, che ha 64 anni, giornalista storica legata al mondo dell'editoria. Ciò che rende questo progetto particolarmente affascinante è la sua trasversalità generazionale, con membri di età compresa tra i 25 e i 70 anni, creando così una ricca sinergia di esperienze e visioni.”
A chi era destinato il primo evento?
“La nostra prima cena solidale si è svolta il 20 marzo 2022, ed è andata immediatamente sold out! I fondi raccolti sono stati destinati a Refugees Welcome per sostenere il trasporto di rifugiati ucraini fino a Milano. La comunità ucraina a Milano è molto forte e il nostro obiettivo era portare aiuto concreto. Vedere l’entusiasmo e la risposta della gente ci ha dato la spinta per continuare. Poco dopo, il 10 aprile 2022, abbiamo organizzato una grigliata e anche in quell’occasione abbiamo esaurito tutti i posti disponibili. Ciò che rende speciale Cuochi Ma Buoni è proprio questo: il calore umano e la partecipazione attiva di persone che vogliono aiutare.”
Com’è stato il passaggio da questi primi eventi all’istituzione del fondo solidale?
“Dopo i primi successi, abbiamo fatto una pausa e ci siamo chiesti se e come fosse possibile dare continuità al progetto. A novembre 2022, siamo ripartiti con una cena organizzata presso il Molce Atelier di Dergano per un crowdfunding civico, che se avesse raccolto almeno 20mila euro, il Comune gli avrebbe dato un contributo equivalente, il tutto a favore di donne vittime di violenza. L’iniziativa ha avuto un grande riscontro e da lì abbiamo capito che era il momento di formalizzare il nostro impegno. È così che a ottobre 2023 è nato il fondo solidale Cuochi Ma Buoni, grazie alla collaborazione con la Fondazione di Comunità Milano. Questo ci ha permesso di creare un sistema trasparente, monitorato e rendicontato da un ente filantropico riconosciuto, garantendo a chi ci sostiene la massima trasparenza sull’utilizzo delle donazioni”.
Quali sono i principi fondamentali su cui si basa Cuochi Ma Buoni?
“La cosa più importante per noi è che il 100% delle donazioni arrivi direttamente agli enti benefici. Non tratteniamo nulla per le spese organizzative. Questo è possibile grazie al sostegno di aziende come Coop Lombardia, che ci dona gli ingredienti per le nostre cene, e della FIVI (Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti), che ci fornisce il vino, artigianale e di alta qualità. Anche i locali che ci ospitano offrono i loro spazi gratuitamente, come nel caso di Progetto Arca, che ci ha messo a disposizione la Cascina Mirasole per l’ultimo dei nostri eventi. È un approccio radicale, ma per noi è fondamentale: ogni euro donato deve arrivare a destinazione”.
Cosa rende uniche le vostre cene e come scegliete i menù?
"Le nostre cene sono pensate per essere inclusive. Solitamente accolgono tra le 100 e 110 persone sedute e il pubblico è sempre molto eterogeneo. I menù sono sempre vegetariani, con varianti vegane, senza lattosio o senza glutine, per accogliere tutti, dai bambini agli adulti con particolari esigenze alimentari. Ci ispiriamo alla cucina di Ottolenghi, che è prevalentemente vegetale, ma senza privazioni. Anzi, è una cucina per veri gaudenti, con l’uso abbondante di spezie, peperoncino, aglio e cipolla. Ogni volta prepariamo l’hummus, che è diventato il nostro piatto firma, ma con una variante diversa ad ogni evento. In più, grazie a FIVI, possiamo offrire sempre ottimi vini. C’è una grande attenzione alla qualità e all’esperienza del gusto, che vogliamo sia memorabile”.
Qual è il futuro di Cuochi Ma Buoni? Avete già in mente nuovi eventi?
“Per il futuro abbiamo già diverse iniziative in cantiere. Lo scorso giugno abbiamo organizzato una cena per Azione contro la Fame e vogliamo continuare su questa linea anche per il prossimo anno.
Quest’anno, come accennato prima, siamo stati contattati dalla Fondazione di Comunità Milano, che gestisce un budget annuale raccolto da vari donatori privati, come studi legali o famiglie abbienti che desiderano destinare fondi a scopi filantropici. La Fondazione ti supporta nella creazione del tuo fondo, aiutandoti a scegliere i destinatari e garantendo un sistema di rendicontazione trasparente. Per noi era fondamentale che il 100% delle donazioni arrivasse a destinazione, un approccio che consideriamo radicale.
Attraverso questo fondo gestito dalla Fondazione di Comunità, che solitamente prevede un costo per il servizio, abbiamo potuto beneficiare di una collaborazione gratuita. Ci hanno proposto questa iniziativa perché, grazie ai loro importanti donatori, vogliono promuovere la cultura del dono, che è esattamente ciò che vogliamo fare anche noi. Non puntiamo su grandi cene di gala, ma su cene accessibili a tutti, con una donazione minima di 50 euro. Tutti noi lavoriamo sempre a titolo volontario: non siamo un'associazione, ma un gruppo di volontari che sostiene cause che scegliamo insieme.
Al momento siamo vincolati agli eventi che organizziamo qui a Milano, ma se ci fosse un progetto già definito e qualcuno disposto a coprire le spese, come fa ad esempio Coop Lombardia nostro partner ufficiale su Milano, per gli acquisti e la logistica, potremmo considerare altre opzioni. Restiamo comunque profondamente radicati sul territorio milanese.
Il nostro sogno per il 2025 è organizzare 4 grandi eventi all’anno e 2 più piccoli, come gli aperitivi solidali che stiamo progettando in collaborazione con il Rise Live Bistrot di Vimercate. I destinatari delle nostre prossime raccolte saranno: i diritti dei detenuti, la lotta al caporalato e il sostegno a donne e bambini, questi ultimi in particolare di Asilo Mariuccia, una storica istituzione milanese dedicata alle vittime di abusi fondata da Ersilia Bronzini. Ersilia Bronzini fu moglie di Luigi Maino, e fondò questo luogo dopo aver perso la figlia Maria, detta Mariuccia, a soli 17 anni a causa della difterite. In memoria di Mariuccia, Ersilia creò un rifugio dedicato alle bambine e alle donne abusate, che un tempo venivano definite "donne perdute," destinate, secondo la mentalità dell'epoca, a una vita di emarginazione e prostituzione.
E poi ci piacerebbe ripetere l'evento al Refettorio Ambrosiano, un luogo emblematico di straordinaria bellezza, dedicato a combattere la povertà e a restituire bellezza e dignità a questo spazio. L'obiettivo è farlo tornare un punto di riferimento per la comunità, unendo solidarietà e cultura in un contesto che ispira rinascita e inclusione”.
Qual è stato il momento più emozionante del vostro percorso finora?
Sara Porro risponde visibilmente emozionata: “Uno dei momenti più toccanti è stato quando siamo saliti sul palco alla fine del primo evento, ricordo chiaramente come ci sentivamo con la guerra tornata alle porte dell'Europa. Di fronte a un'ampia platea, avevo citato una frase che un educatore disse a una madre: 'Cosa vuoi dire ai tuoi figli di fronte alle brutture del mondo? Guarda quanta gente che aiuta’. Anche io, in quel momento, avevo bisogno di guardare quella platea e vedere quante persone avevano contribuito. Vedere quante persone erano venute per sostenere la causa, è stato un momento che non dimenticheremo mai. È in questi momenti che realizziamo l’importanza di quello che stiamo facendo”.
Come si possono sostenere i Cuochi Ma Buoni e partecipare ai vostri eventi?
“Tutt* sono benvenuti ai nostri eventi! Oltre a partecipare alle cene, chiunque può sostenere Cuochi Ma Buoni con una donazione al nostro fondo solidale, che è sempre attivo. I dettagli sono disponibili sul nostro sito, e ogni donazione è visibile e tracciata, con il resoconto di come i fondi vengono utilizzati. È un sistema trasparente, che ci permette di dare continuità al nostro impegno e di fare la differenza, evento dopo evento, in ogni momento”.
Cuochi Ma Buon è un esempio straordinario di come la passione per la cucina possa diventare uno strumento potente per la solidarietà. Con un impegno totale verso la trasparenza e l’inclusività, continuano a dimostrare che anche i piccoli gesti possono fare una grande differenza e rafforzare il senso di comunità. Non resta che attendere i prossimi eventi e unirsi a loro, perché ogni cena è un’occasione per fare del bene, insieme.