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Firenze: il nuovo terminal internazionale Amerigo Vespucci avrà un vigneto sul tetto

Quest’anno cominciano i lavori per impiantare la prima vigna al mondo sopra il tetto dell’aeroporto Amerigo Vespucci di Firenze, dove lo studio di architettura Rafael Viñoly intende collocare anche la vinificazione e l’affinamento.

Rafael Viñoly, celebre architetto uruguaiano naturalizzato statunitense mancato lo scorso anno, ha sicuramente lasciato il segno nell’architettura contemporanea, come ad esempio  ridisegnando gli skyline di Londra e New York.

Anche dopo la sua scomparsa il suo studio di architettura, che ad oggi porta ancora il suo nome e ha sede a New York, continua la sua opera e ha recentemente presentato i rendering del progetto per il nuovo terminal internazionale dell’aeroporto Amerigo Vespucci di Firenze.

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Ciò che caratterizza questo progetto è il suo tetto ecologico, il quale ospiterà un vigneto di oltre 7,5 ettari: un benvenuto degno della Toscana, cuore pulsante dell’enologia italiana, e di Firenze che potrebbe diventare il primo hub al mondo a produrre vino dalle uve coltivate sopra il terminal passeggeri.

Il progetto dello studio Rafael Viñoly Architects è volto all’espansione dell’aeroporto, destinato a diventare uno dei più grandi della Toscana, e trasformarlo in un moderno hub di trasporto, capace di gestire con efficacia il crescente flusso di passeggeri.

Ma l’idea di Viñoly di unire vigneti e aeroporti non è semplicemente una coincidenza: la proprietà dell’Aeroporto di Firenze è detenuta da Corporación América, un conglomerato con proprietà globale di numerosi aeroporti e operazioni che abbracciano diversi settori come l’agroalimentare, l’energia e le infrastrutture.

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Eduardo Eurnekian, presidente armeno-argentino della Corporación América, possiede anche due aziende vinicole attualmente gestite da sua nipote, Juliana Del Aguila Eurnekian. Una di queste, Bodega del Fin del Mundo, si trova in Patagonia e si estende su oltre 800 ettari. L’altra, l’azienda vinicola Karas, è la principale azienda vinicola dell’Armenia.

Ritornando al progetto aeroportuale, una delle mosse più importanti è quella di riorientare la pista dell’aeroporto esistente, che al momento è inadeguatamente corta e influenzata negativamente dalle colline vicine, le quali ne limitano l’operatività da parte di molti aerei moderni: in questa nuova concezione la pista verrà allungata e girata di 90° rispetto alle colline.

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Mentre in molti aeroporti gli Arrivi e le Partenze sono disposti una accanto all'altro o impilati verticalmente, il nuovo aeroporto vedrà queste aree una di fronte all’altra in un ampio spazio pubblico, una “Piazza” al centro del nuovo terminal che organizza tutta la circolazione in entrata e in uscita e l’accesso ai trasporti di massa, parcheggi e negozi utili alla comunità locale e ai viaggiatori.

Così il futuro terminal Amerigo Vespucci (FLR) misurerà 50mila metri quadrati, gestirà oltre 5,9 milioni di passeggeri internazionali all’anno e sarà dotato, come detto precedentemente, di oltre 7,5 ettari di vigneto - ben 38 filari di viti larghi 2,8 metri e che vanno da 455 a 570 metri di larghezza - sul tetto inclinato. Inoltre, tra ciascuna di queste strutture ci saranno lucernari isolati larghi 1,2 metri che inonderanno l’interno di luce naturale.