La Tenuta di San Maman nelle colline del Valdobbiadene, patrimonio dell’umanità Unesco dal 2019, è una vera e propria oasi il cui paesaggio è disegnato da pittoreschi filari di viti. A occuparsi di questo ricco territorio l’ex ciclista professionista Marzio Bruseghin insieme alla sua famiglia.
Bruseghin, viticoltore per passione e forte della sua esperienza su due ruote in giro per il mondo, trova in una parola basca il nome per le sue frizzanti bottiglie: Amets, che nei Paesi Baschi, o Euskadi, significa “sogno”. Marzio si innamora subito del termine, tanto da renderla l’etichetta del suo sogno: occuparsi con amore della terra dov’è cresciuto.
“La tenuta nasce sostanzialmente nel 2002, in un territorio in quel momento marginale, che veniva da una storia di zootecnica” ricorda Marzio, “dopo qualche anno si è cominciato a cercare zone con escursioni termiche importanti, che presentassero un certo tipo di esposizione e di altitudine…perché quindi non sfruttarlo?”
San Maman svetta infatti a quasi 400 metri di altezza e proprio la sua particolare collocazione geografica incide nella coltivazione dell’uva. Bruseghin spiega che: “l’altitudine del contesto, compensata dall’esposizione al sole, fa sì che a notti fresche si alternino giornate di caldo sole. Una condizione assai più peculiare rispetto a quella osservabile in pianura. Ciò comporta, però, di dover prendere degli accorgimenti: bisogna infatti impostare le viti in maniera diversa, per poterne trarre un’uva capace di produrre un vino importante”.
Ma quali sono le differenze tra il coltivare in pianura e in altura?
L’ex ciclista risponde prontamente, asserendo che: “sono diversi gli esempi che si potrebbero fare, ma il primo a venirmi in mente è sicuramente la potatura, che deve assicurare un carico gemmario inferiore per le viti, così che possano riuscire a sviluppare un frutto importante. Un’altra caratteristica del territorio è una minore percentuale di umidità”.