In un mondo sempre più dominato da prodotti standardizzati e globalizzati, Feral Drinks si distingue come una ventata di aria fresca e innovazione nel panorama delle bevande. Fondata sull'idea di riscoprire e valorizzare le essenze selvagge della natura, Feral propone una selezione curata di bevande uniche, nate dall’incontro tra tradizione e sperimentazione, partendo da ingredienti umili e dimenticati come le barbabietole. Attraverso la fermentazione e l’infusione con radici, spezie e legni, questi ingredienti acquisiscono una nuova identità e carattere creando un’esperienza gustativa del tutto nuova. Non si tratta della solita bevanda analcolica, dolce e piatta, né dell’ennesima kombucha, ma qualcosa di totalmente originale che si abbina perfettamente a qualsiasi portata, per un viaggio sensoriale curioso e dallo spirito esplorativo.
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L’essenza delle Dolomiti racchiusa in una bottiglia
Alla scoperta della rivoluzione selvaggia delle bevande fermentate Feral Drinks, dove la natura incontaminata incontra l’artigianalità sostenibile

Spirito indomito e cuore botanico
Feral è un progetto rivoluzionario ideato da Maddalena Zanoni, una giovane donna ambiziosa e dedita alla carriera che, dopo un lungo percorso lavorativo nelle multinazionali e una posizione sicura di cui andare fiera, riscopre il suo amore per la botanica grazie al tempo trascorso in una malga in Trentino. È qui che tutto ha inizio: il punto d'origine di Maddalena, dove la sua infanzia si intreccia con l'essenza e la costruzione del brand, creando una connessione solida tra passato e futuro.
Maddalena nasce a Trento in un contesto rurale e sobrio, da genitori della Val di Non. Ogni estate, insieme alle sorelle, aiuta la madre in una colonia diurna per bambini, e ogni inverno insegnano loro a pattinare. Un'infanzia semplice, che a diciotto anni prende una piega diversa. Trento le sta stretta, così Maddalena vola a Milano per studiare alla Bocconi e da lì inizia a viaggiare tra Canada, Spagna e Francia. La sua carriera decolla, iniziando nella consulenza e approdando in Alpro, leader europeo nelle bevande vegetali. Dopo cinque anni in questa realtà, Maddalena sente il bisogno di prendersi una pausa e riconnettersi con sé stessa. Passa due mesi in una malga, chiedendosi se c'è di più oltre a un curriculum strutturato e performante. Questo momento, necessario ma tosto, la porta a gettare le basi di quello che è oggi Feral.
Il nome Feral, d’altronde, non è stata una scelta casuale: il termine viene usato, infatti, per descrivere un animale o una pianta che è nato in cattività e ritornato alla natura selvaggia.
È una celebrazione del momento in cui si trova il coraggio di abbandonare una strada già tracciata per intraprendere qualcosa più in sintonia con la propria natura.

Un'idea che germoglia da una passione riscoperta di Maddalena per la botanica, la fermentazione, la cucina e il vino, e da un trend emergente in Nord Europa, ancora poco conosciuto in Italia: le bevande fermentate analcoliche abbinate alla gastronomia. Da questi due elementi prende forma la mission del brand: esplorare sé stessi e il gusto attraverso una bevanda capace di accompagnare ed esaltare l'esperienza culinaria e i sapori del cibo, senza ricorrere all’alcol.
Da qui, Maddalena, insieme al suo team di Ferals, composto da Andrea, capo produzione ed ex responsabile di un piccolo birrificio a Roma, e Sebastiano, responsabile della ricerca e sviluppo, precedentemente impegnato negli studi sul colera come microbiologo, raggiungono in due anni la formula perfetta per realizzare bevande fermentate in linea con i loro obiettivi. Utilizzando ingredienti semplici e terrosi come il succo di barbabietola rossa e bianca, quest’ultima difficile da reperire, creano una fermentazione lattica che genera un'acidità molto amabile. Questa, unita a una macerazione con erbe, radici, spezie e legni, acquisisce complessità olfattiva e retrolfattiva che si completa con l’aggiunta di pepe, il quale conferisce una piccantezza che solletica il palato, generando un’esperienza gustativa totale e avvolgente.
Grazie a questo duro lavoro, Feral fa il suo ingresso nei ristoranti di alto livello, fine dining e stellati in Italia, dove trova una comunità pronta a sperimentare ed esplorare. All'estero, in Belgio, Olanda e Berlino, viene accolto da ristoranti che, pur non avendo stelle o classifiche, condividono il medesimo desiderio di innovazione e scoperta. Una scelta che incarna pienamente l'animo dei drink Feral, rappresentando una vera e propria espressione di curiosità e libertà.

Un messaggio di esplorazione genuino
Feral si afferma quindi come prodotto di nicchia, che trova ancora poco spazio per crescere in Italia, ma con molte possibilità nel mercato estero, già pronto a questa nuova incursione green e alcohol-free. Tuttavia, tra gli obiettivi del brand quello di presenziare nei mercati iper-scalabili, come i supermercati, non è sulla lista. Il brand punta invece a essere un prodotto esclusivo per la ristorazione esplorativa. In questo modo, Feral si fa portavoce di un messaggio fuori dagli schemi, di esplorazione d’avanguardia che offre esperienze uniche, insieme ad alcuni chef rinomati, che permettono di vivere l’essenzialità della natura. Un esempio è il trekking di due giorni in montagna con Alfio Ghezzi, chef pluristellato, che in un contesto simile si sente completamente libero di esprimersi.
Un abbinamento vincente che si declina in varie iniziative, tutte caratterizzate da un ritorno alle origini e un contatto profondo con la natura circostante. Tra queste, un progetto culinario per degustazioni selvagge creato in collaborazione con il Pineta Nature Resort in Val di Non e, questo giugno, una nuova puntata del “Bivac by Feral” che vede ospite, durante il consueto trekking di due giorni, lo chef Alessandro Gilmozzi.
Feral lancia così un percorso altamente personalizzato che valorizza le materie prime e la continua ricerca culinaria, scalando il mercato a un ritmo apparentemente più lento, ma senza mai snaturarsi e preservando i suoi valori autentici.

Un viaggio di autoconsapevolezza
Per Maddalena, Feral non è stato solo un salto nel vuoto, ma anche un viaggio di autoconsapevolezza che ha superato le barriere della paura e quelle sovrastrutture che danno sicurezza e stabilità. In un contesto come l’Italia, dove l’ecosistema start up non è ancora pienamente sviluppato e raccogliere fondi può risultare estremamente difficoltoso, Maddalena individua il suo blind spot, cimentandosi con dedizione in un mondo per lei completamente nuovo. Con tanta tenacia e passione, e sporcandosi le mani, Maddalena non solo torna sui banchi di scuola, ma dimostra come crearsi una rete di persone e collaboratori, e rimanere ricettiva a ogni stimolo, possa dare forma a un’idea e trasformarla in realtà.
Feral è molto più di una semplice azienda; è la trasposizione in prodotto di un’esperienza di ricerca essenziale che affonda le sue radici nella natura stessa. Un progetto ambizioso di esplorazione che ridefinisce i confini del gusto, assegnandone una nuova connotazione.
Grazie alla guida visionaria di Maddalena, questa giovane squadra di “esploratori” sperimenta nuovi approcci al gusto e, nel processo, scopre anche se stessa. Conferendo una nuova dignità alle bevande analcoliche, provano che queste possono essere tanto eccezionali quanto il vino stesso. Feral si rivela così un manifesto di rinascita e coraggio che grida al mondo come perseguire i propri sogni possa condurre a creazioni straordinarie.
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