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Progetti di riqualificazione territoriale d'eccellenza: il caso Bosco Colto in Sicilia

La Sicilia - un po’ per posizione e un po’ per vocazione - è sempre stata, con tutte le contraddizioni che la animano, un laboratorio a cielo aperto.

Da quando a Caltagirone ha preso vita il progetto Bosco Colto poi, anche il suo entroterra è diventato un luogo fertile per l’incontro e la sperimentazione. Nato nel 2022 dal gruppo Makramè APS, l’intento del progetto è da sempre stato quello del recupero territoriale attraverso la pratica dell’ecologismo, la cultura del giardino e la rigenerazione attraverso attività di autocostruzione.

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Siamo nella Stazione Sperimentale di Granicoltura a Borgo Santo Pietro, un piccolo centro agrario che ancora resiste tra sugherete centenarie e architetture degli anni Trenta. Nella cultura locale i boschi di querce da sughero hanno sempre avuto una forte sacralità, ma hanno anche rappresentato il luogo del lavoro, dell’economia, del sapere e della convivialità. Per questo qui coltivare assume un significato unico, che ha sempre posseduto in realtà, ma di cui noi ci siamo via via dimenticati. Da Bosco Colto coltivare vuol dire prendersi cura: di varietà di grani antichi in via di estinzione, di uliveti e terre quasi dimenticate, e poi del proprio luogo, le proprie origini. Ma non si coltivano solo la terra e i suoi frutti, bensì anche i rapporti, lo scambio e la conoscenza. È il motivo per cui fin da subito sono nati i Campus di Bosco Colto, sottoforma di Summer School che ogni anno presentano un tema specifico su cui lavorare per imparare dai boschi e per tornare a sviluppare le materie primarie, assieme a diverse realtà attive nel campo socio-territoriale.

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Un bosco, tanti volti

Ogni anno grazie alle Summer School i volti di Bosco Colto sono tantissimi, e ciascuno è specializzato in una pratica o un settore preciso. Se le scorse stagioni avevano visto tra i protagonisti numerosi attori della costruzione di ambienti dinamici e che evolvono nel tempo; l’edizione 2024 ha invece coinvolto un ulteriore aspetto della creazione: quello del disegno, delle immagini e dell'immaginazione; affiancato da laboratori di grafica e di scrittura.

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Anche in questo caso a fare da collante è il cibo, e in particolare le sperimentazioni culinarie di Marco Falcone, giovane cuoco “libero” per professione, e parte sin da subito del team di Bosco Colto. Marco utilizza le varietà di grani antichi che crescono nel loro terreno, così come gli ingredienti del proprio orto. Attraverso il progetto Nutrimenti, infatti, anche le occasioni dei pasti diventano momenti pratici in cui rigenerare e sperimentare condivisione e convivialità.

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Così come il bosco esprime l’emblema della convivenza e dell’alleanza multispecie, anche noi dovremmo concentrarci su questi aspetti, prediligendo una visione ecologica del rapporto tra uomo e natura. In cui il selvaggio convive col domestico, e la natura con la cultura. Immaginando la città come un grande bosco in cui le comunità coesistono e si rappresentano le une attraverso le altre.